martedì 14 gennaio 2014

I want you - Prova di sé

I want you - Prova di sè di Sergio Baldassini
Installazione esposta alla mostra SINtHOMO alla Mondrian Suit Gallery di Roma il 12 Gennaio 2014


Siamo in buona parte ciò che sappiamo. Gli insegnamenti ricevuti determinano lo svolgimento della nostra vita. La scuola, la famiglia, i libri che leggiamo servono a rispondere alle domande che ognuno si pone o sono l’insieme dei quesiti che è lecito porsi con le relative risposte coordinate? Cosa resta dell’essenza di un individuo cui è concesso conoscere solo quello che altri hanno deciso possa e debba sapere. Dominatori di porzioni insignificanti di mondo, dominati dalla parte complementare dell’esistente. Con l’occhio vicino all’oculare di un microscopio il piano del tavolo su cui poggia perde ogni possibilità di essere percepito.

Siamo in grado di mettere in discussione noi stessi, la nostra cultura, le nostre convinzioni, quelle regole e quelle convenzioni che ormai rispettiamo spontaneamente nei campi più disparati dove operiamo e in quelli ove non osiamo addentrarci? La capacità di non seguire i punti di una linea già tracciata è avere in se la fonte dell’errore. Quello che non è già noto né oggetto riconosciuto di ricerca è condannato a rimanere sconosciuto. I modi e i metodi ammissibili per svelare il mistero sono stabiliti, le mete da raggiungere fissate, non resta che eseguire.

E’ utile alla società che ognuno assuma un ruolo, da scegliere tra l’elenco di quelli disponibili, che abbia delle competenze e dei compiti assegnati. Che si possa essere solo sé stessi è un pericolo da scongiurare con ogni mezzo. Anche negando i mezzi. Buoni deterrenti per reprimere l’aspirazione a divenire chi già si è sono forniti dall’industria dei desideri, da certe ambizioni e anche da questa tanto amata e sbandierata cultura, intesa nel senso più ampio possibile. Abbiamo gli strumenti per creare qualsiasi cosa tranne la nostra stessa vita.

Le rivoluzioni si istituzionalizzano, gli estremi tendono verso il centro, anche le idee più incendiarie si annacquano e quando assumono una forma adatta ad essere diffusa sono assolutamente innocue. Resta la noia, la ripetizione, una certa forma di tranquillità e di pace rotta ogni tanto, qua e là, da una certa quantità di violenza necessaria a rompere la monotonia.